2 ~ FRULLATO DI IDEE AL MARMO
ALBA
Personalmente amo questo momento. Il momento in cui davanti a un foglio bianco, a un taglio di stoffa, a un blocco di marmo, brulicano infinite possibilità.
E siccome qualcuno l’ha detto meglio di me, perché non citarlo?
Michelangelo (no, non la tartaruga ninja, amico fanatico che sei nato negli anni ’80) sosteneva che non fosse lui a scolpire, ma che estraesse dal blocco di marmo la figura che premeva per uscire fuori. Il compito del Creatore, non era quindi creare, ma LIBERARE l’opera che reclamava il suo posto nel mondo.
Eh, sì. Micky era un tizio ganzo, c’è poco da fare. Ma anche a me piace pensare che sia così: che ogni personaggio che esce da una penna, che ogni storia che voglia essere raccontata, prema per liberarsi dal limbo in cui si trova prima di venire alla luce e, come il sole incollato all’orizzonte, si stacchi dal mare grazie a una passata di forbice, di scalpello, o a una passata di colore. Allo stesso modo in cui un qualsiasi autore si divide da ciò che sta creando perché adempia al proprio scopo.
Voi come vivete questo momento? Trovate appagante sapere di avere l’occhio di Micky, adatto a vedere cosa si muove dentro al blocco?
Pensate che esista una condizione psicologica in cui dovete immergervi per riuscire ad adempiere a questo “sacro compito che gli Antichi Dei vi hanno posato fra le mani” ( non fate gli spiritosi, maledetti che non siete altro!)?
Come vivete il distacco da ciò che create? Liberatorio? Oppure vi crea un cantuccio di vuoto dentro?
#SherlockHolmesDeveMorire
#LaCoffaèservita
27 Settembre 2018.
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