ANALISI DEL TESTO
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JUST A LITTLE “BEAT”: TEMPO, MOVIMENTO, CAMBIAMENTO IN UNA PICCOLA BATTUTA
Che cos’è un BEAT? Si potrebbe credere che a una domanda così secca possa corrispondere una risposta altrettanto semplice. In effetti… non è così. Il punto è che con “Beat” si possono intendere ben tre cose differenti: due delle quali appartengono alla SCENEGGIATURA, e soltanto una alla SCRITTURA NARRATIVA. Però sono tutte legate fra di loro, quindi vale la pena di perderci un attimo per capire bene. Partiamo dalla questione più semplice. Una delle colonne portanti della SCRITTURA NARRATIVA sono i DIALOGHI.Dei DIALOGHI ne abbiamo già parlato in alcune occasioni, in relazione ai DIALOGUE TAG e ai DIALOGHI TRASVERSALI, ma ci torneremo meglio sopra, e in modo più approfondito, un’altra…
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COME RADDRIZZARE UN TORTO
Non-Recensione del racconto Il torto di Andrea Venturo. Bene, bene, bene.Da dove iniziamo?Conviene strappare il cerotto velocemente: questo racconto ha diversi problemi. Ma molti di essi derivano dall’applicazione errata di concetti giusti. E questa è un’ottima cosa, perché mi permette di affrontare alcuni argomenti che non avevo ancora affrontato, e anche perché – con molta probabilità – se giustamente indirizzato, l’autore sarà in grado di sistemare da sé gli errori. Ma prima, un po’ di contesto.Il torto è un racconto high fantasy, o epic fantasy se preferite, che getta le premesse e fa da apripista alle avventure di Conrad: un intrepido ragazzino di dodici anni. L’intento del racconto è chiaro:…
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NON SI SCRIVE PER FARSI DEGLI AMICI
C’è un concetto molto interessante, nel libro di Chuck Palahniuk Tieni presente che, che ruota intorno al fatto che “non si scrive per fare bella figura”, o “per farsi degli amici”.Non è l’unico scrittore che indugia su concetti simili; anche Joe Lansdale dice che bisognerebbe scrivere “come se tutti quelli che conosci fossero morti”, per dire. Il punto non è esattamente che la scrittura sia un “luogo” elitario e solitario in cui risiedere, ma è più qualcosa di attinente con il CORAGGIO. La lettura è un processo che avviene dentro le persone. Nella loro testa. È un filamento che si insinua nella loro memoria, che tesse scene inanellando ricordi ed…
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BONACCIA: DOVE SI È PERSO L’IMMORTALE CHE ASCOLTAVA IL VENTO
NON-RECENSIONE DE “L’IMMORTALE CHE ASCOLTAVA IL VENTO” DI ESTELWEN ORIEL Sono dell’idea che un’amara verità è sempre meglio di una soffice bugia. O almeno, io le prime le ho sempre preferite alle seconde. Anche se le soffici bugie te le incartano in modo delizioso per farti credere che tu ne abbia bisogno, e sembrino così piacevoli da ricevere, resta il fatto che non ti facciano bene. Devo ammettere che parlare di questo libro non è affatto facile, perché, francamente, non capisco proprio la scelta che c’è alla base della decisione di pubblicarlo. Non in questa veste, perlomeno. Ma andiamo per gradi.L’immortale che ascoltava il vento ci mette di fronte…
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QUARTA DI COPERTINA: COS’È? COME SI SCRIVE?
La QUARTA, o meglio: il TESTO DI PRESENTAZIONE che è presente sulla quarta di copertina, è una delle rogne più grandi da scrivere, per tutti coloro che si affacciano sul mondo dell’editoria e devono cimentarcisi. Spesso viene confusa con la SINOSSI con cui effettivamente ha tante cose in comune e che, a sua volta, detiene il primato assoluto come testo più difficile da scrivere nell’intera vita di un individuo senziente (e masochista). Ma andiamo per gradi. Scrivere il testo di una storia non è l’unica competenza che potrebbe essere utile (e richiesta) a un autore di narrativa. Infatti, è giusto prendere confidenza con il fatto che un libro, che sia…
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UNA VIRGOLA, TRE SIGNIFICATI PER UNA FRASE
Se c’è una cosa che è sempre vera è che una virgola messa al punto giusto può fare una grande differenza. Sia quando si tratta di isolare un VOCATIVO, sia quando si tratta di disambiguare il significato di una frase.Ma questa non è certo una novità, vero? Sicuramente, alcuni di voi avranno in mente alcune frasi celebri che lo testimoniano. Su due piedi mi viene in mente la considerazione di Julio Cortázar in merito, che sosteneva che una semplice virgola è capace di ribaltare il significato di ciò che s’intende. E che leggendo, se non è presente, la mente tende a metterla nel punto in cui le fa più comodo…
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LINE EDITING: UNA DIMOSTRAZIONE DEL LAVORO FRA AUTORE E EDITOR
«Ma perché dovrei permettere a qualcuno di mettere mano al mio testo? Voglio dire, perché mi si deve considerare incapace di scrivere un testo come si deve? Perché tutti pensano che debba avere qualcuno che mi supporta quando io sono perfettamente in grado di scrivere come voglio e cosa voglio? Perché devo dare i miei soldi all’editor? Serve davvero che lo faccia se poi voglio candidare il testo a una casa editrice?» Queste sono alcune delle domande che molti autori emergenti si fanno. Anche se non sono le uniche. Di fatto, la “paura” dell’editing è molto ampia, soprattutto fra quelli che non si sono mai trovati davvero a farne uno.C’è…
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I DIALOGHI TRASVERSALI SVELANO I PERSONAGGI
A volte, scrivendo i dialoghi, si tende a dimenticare un fattore importantissimo: se usi le parole giuste, scritte in maniera giusta, faranno il grosso del lavoro in termini di caratterizzazione dei personaggi. Mi spiego meglio. Molto spesso, mi capita di vedere un abuso di DIALOGUE TAG (o di sintagmi di legamento, se vogliamo dirlo all’italiana).Un sacco di “mentì”, “provocò”, “continuò”, “stuzzicò”, “s’intromise”… tutte cose che all’80% non servono, se i dialoghi sono gestiti in maniera brillante. Perché ci si dimentica sempre che, oltre alla strutturazione di una scena consona ad accogliere un certo scambio di battute, le parole dette hanno una potenza invidiabile; e che sono veicolo di significati stratificati…