CODICI DI LANCIO ~ DEMOLIZIONE E RISTRUTTURAZIONE STORIE,  NON-RECENSIONI

IL MONDO DIETRO A UN GESTO

 

APPROFONDIMENTO e CODICI DI LANCIO

(de L’angelo Nero di Eddy Morello)

 

Di questo libro mi è stato detto che è impersonale e che è un po’ “meh”.

Io devo dire, invece, che mi ha piacevolmente stupita, sotto tanti aspetti… e mi ha dato da riflettere su molti altri.

 

NATI PER VOLARE

Il primo fra tutti è l’uso delle ali.

In una società dove tutti le hanno, quelli che le usano per volare sono esigui. Stanno tutti con i piedi ben piantati in terra.

Che siano angeli o che siano demoni non fa differenza. Perciò la domanda vera è: siamo davvero consapevoli di cosa possiamo fare con ciò che siamo o abbiamo?

Per quello che riguarda me è facile: no. Io sono solo un procione che si diverte a ficcanasare in giro.

Ma voi? Voi siete consci? Le aprite le vostre ali per librarvi in aria o le lasciate aderenti al vostro corpo come orpelli inutili?

 

GLI” ANGELI E “LE” SUCCUBI

Il secondo è senza dubbio la società militarista e maschilista degli angeli, in cui le donne vengono mostrate e trattate come “oggetti” da scopare o da comandare.

Una delle frasi emblematiche di questa mentalità è senza dubbio questa:

«Tenete le puttane fuori dal campo e i legionari fuori dalle puttane».

(cit. L’angelo Nero)

La verità è che poi, invece, durante il corso della storia, coloro che hanno un atteggiamento d’intraprendenza e coraggio, sono proprio le donne.

Questo dà, certamente, lo spunto per riflettere su cosa lasciamo che ci passi davanti agli occhi, invisibile. Se ci rendiamo conto e se siamo in grado di identificare questo genere di atteggiamento anche in ciò che affrontiamo, e viviamo, ogni giorno. Non necessariamente nei confronti del sessismo, ma anche nelle ingiustizie che permeano tutto ciò che noi riteniamo di poco conto.

Nella società che venera il “signorsì” la ribellione non è contemplata. E dove esistono divieti troppo segreganti e dove non si fanno sconti, se vuoi reclamare te stesso devi muovere guerra contro tutto il sistema che cerca di incasellarti.

Allora non si può fare a meno di chiedersi: è davvero così giusto voler appartenere a un’ideologia in cui non c’è spazio per una flessibilità che rispetta l’individualità?

 

IL SENSO DI GIUSTIZIA

Un’altra cosa su cui ho ragionato a lungo è avere un senso di giustizia più marcato.

In una società oppressa, probabilmente si manifestano molti più soggetti in cui questa peculiarità è spiccata.

Quando soffri ingiustamente riconosci il dolore negli altri, e ti pari come uno scudo per far sì che niente di ciò che hai passato succeda ad altri. Soprattutto a chi è più debole di te.

Dove esiste un potere soverchiante esisterà sempre un senso di coesione maggiore che unisce gli oppressi. E questo è il punto debole che poi innesca la ribellione. Come quando spingi una palla sotto l’acqua: più in profondità cerchi di mandarla e con più forza propulsiva tornerà a galla.

Amministrare il Potere è sempre un fardello spigoloso. E non bisognerebbe mai sottovalutare la potenza di un’idea che unisce l’aspirazione al benessere e il bisogno di giustizia di un popolo.

 

TROVA GLI INDIZI

Una cosa divertente da fare in questo libro, è cercare dove siano seminati gli indizi per comprendere chi sia il colpevole. Anche per questo ritengo che sia necessario un lettore attento, alcuni particolari si collegano solamente alla fine di tutto, ma ci sono. Ed è sicuramente un vantaggio da non sottovalutare.

 

CODICI DI LANCIO

Ho già fatto presente a Eddy Morello tutte le cose che non mi tornavano e gli ho tirato un po’ le orecchie dove lo ritenevo giusto.

È uscita una versione aggiornata in cui sono stati sistemati un po’ di refusi e acciacchi d’incoerenza.

Tendenzialmente le cose su cui vorrei soffermarmi maggiormente sono:

  • la gestione dei flashback;
  • il registro linguistico;
  • l’emotività del libro in generale

 

La GESTIONE DEI FLASHBACK, nella prima parte del libro, se da un lato ci permette di avere il background dei personaggi e di capire chi siano, dall’altro distoglie l’attenzione dalla trama portante della storia.

La trama secondaria diluisce la spinta propulsiva in avanti che dovrebbe avere la storia e per questo bisognerebbe sempre fare attenzione a bilanciare bene questi ingredienti, in modo che il montaggio non risulti troppo frammentato.

 

Il REGISTRO LINGUISTICO è qualcosa che divide le opinioni su questo libro. I personaggi sono volutamente volgari, caratterizzano il tipo di società di cui ho parlato prima, ma in alcuni punti è un po’ abusato e appiattito. Come se non esistessero altri modi di relazionarsi o di appellarsi. E questo di sicuro svilisce un po’ l’intento caratterizzante della peculiarità. Come se nel dipingere una società sgrammaticata si facesse appello sempre e solo allo stesso errore grammaticale in tutti gli individui.

Si può essere rozzi, maschilisti e maleducati in una miriade di modi diversi.

 

L’EMOTIVITÀ. Ecco, questo è un nocciolo a cui tengo molto. Nonostante il tipo di società e i tipi di personaggi messi in scena, si riescono a mettere a fuoco anche i sentimenti. Ma probabilmente ci sarebbe voluta ancora una marcia in più.

Ci sono diversi tentativi di inserire dei CORRELATIVI OGGETTIVI nella storia, ma non tutti evocano come dovrebbero le emozioni correlate, perché l’empatia per il personaggio e per il rapporto evocato non era ancora sufficiente a generare l’effetto desiderato.

Ho ancora grandi speranze per un paio di loro…

 

Per essere un libro di esordio, ed essere un bel tomo che cerca di attenersi nella maniera più stretta alle tecniche narrative, devo dire che si percepisce il grande lavoro di ricerca che c’è dietro. Dimostra se non altro rispetto per il lettore, nella misura in cui si cerca di non propinargli incoerenze profuse tanto per fare.

Alcuni passaggi rimangono un po’ meccanici, ma sicuramente c’è moltissimo margine di miglioramento.

È uno di quei libri che rileggerei, e questo è certamente un enorme pregio, data la mia natura di procione.

 

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