CORRELATIVO OGGETTIVO,  DETTAGLI E INFORMAZIONI,  IMPARIAMO INSIEME ~ TECNICHE NARRATIVE,  UN PROCIONE AL GIORNO

L’IMPORTANZA DI UN DETTAGLIO SIGNIFICATIVO

Un dettaglio può fare la differenza in una storia?

Quando?
Ma soprattutto QUALI sono i dettagli che la fanno davvero?

In fin dei conti, il DETTAGLIO è una minuzia, una goccia in un mare di altre gocce scritte. Perché qualcuno di essi dovrebbe avere più importanza?

«Ovviamente perché ci si nasconde il diavolo in mezzo…»

No, dai. Seriamente.

Perché anche i DETTAGLI, come le grandi cose, PARLANO.

Quelli utili, ovviamente.

(Su quali siano i dettagli utili lo potete vedere in un articolo dedicato, proprio qui.)

Però, mi sono capitati sotto gli occhi due utilizzi che valeva la pena di far emergere, e quindi mi sembrava giusto darvi questi spunti.

Uno:

Nella serie “Sex Education” (prima stagione), Eric (personaggio adolescente smaccatamente gay, appariscente, disinvolto, che gradisce abiti vistosi) un giorno si presenta a scuola con una camicia a scacchi colorati, dallo stampo anni ’80.
Niente di strano, ovviamente.
Finché un altro personaggio, davanti agli armadietti, all’inizio delle lezioni, gli fa notare che è venuto a scuola con la camicia abbottonata male: ha saltato un bottone.
Ed è evidente dalla piega sbilenca che ha.
Lui rimane interdetto ma, per non sembrare uno sprovveduto, disinnesca dicendo che l’ha fatto apposta.
Dalla sua espressione, è chiaro che non è così; e il fruitore sa che l’ha detto per non perdere la faccia di fronte a una persona che lui ritiene socialmente “importante”. Ma tant’è, perché fa parte del personaggio.
Sorridiamo e via.

Diverse scene dopo, sono passate ore dall’avvenimento. Eric è in giardino a parlare con Otis e inquadrano la camicia. È ancora abbottonata male.

Tutti contenti: la costumista si ricordava bene e ha evitato un errore di scena. Evviva!

Questa potrebbe essere una ragione plausibile e una piccola vittoria per la costumista… ma in realtà ha una valenza più profonda.

Ripensando al suo arco di trasformazione all’interno della storia, quel piccolo dettaglio ci dice moltissimo del personaggio, perché questo non è altro che l’ennesimo tassello che lastrica la sua caratterizzazione.

Se avesse risistemato il bottone, avrebbe confermato che non era stato fatto di proposito, ma che era una svista reale.
E verosimilmente avrebbe potuto farlo, proprio perché come è stato notato da quel personaggio, lo avrebbero notato tutti nella scuola. Abbottonare bene la camicia avrebbe evitato che molti altri pensassero che Eric è uno sciocco appariscente che non sa vestirsi adeguatamente.
Chi avesse voluto mantenere un basso profilo, lo avrebbe fatto.
E quella scelta ci avrebbe dato un pezzo del puzzle in più da inserire nella caratterizzazione psicologica del personaggio.

Ma preferendo non darci peso sul serio, ci dice che preferisce essere coerente con le parole che ha detto, e con la confidenza che ha di sé stesso. Se gli altri lo reputano uno sciocco, il problema non esiste. Perché Eric vuole affermare il proprio modo univoco di essere. E il suo consolidamento passa anche da questo genere di dettagli.

Ecco che un piccolo dettaglio avrebbe fatto una sostanziale differenza sulla costruzione del personaggio in termini di coerenza con sé stesso.

Nella comunicazione, si dice che non esiste un atteggiamento che non veicoli comunque un messaggio. Ogni gesto comunica qualcosa, anche quello più piccolo. E scegliere dei dettagli significativi che parlino in maniera efficace, tanto quanto le parole dette dai personaggi, è sicuramente un punto a vantaggio dello scrittore.

Due:

Nella serie “Tredici” (Prima stagione) sono presenti moltissimi flashback che ci riportano ad eventi avvenuti poche settimane (o mesi) prima rispetto al presente tangibile in cui si svolge la storia.

In una delle prime scene, Clay sta andando in bicicletta come un forsennato seguendo delle indicazioni, si distrae e finisce contro una macchina. Cascando si ferisce alla testa: una sbucciatura, niente di grave.

Torna a casa e viene medicato da sua madre con la quale ha anche una conversazione. Questo evento ci fornisce una serie di informazioni utili a fruire la storia: capire che rapporto ha Clay con la madre e la sua famiglia, comprendere lo stato emotivo che suscita in lui il conflitto in cui è immerso e… ci dà un CEROTTO SULLA FRONTE.

Una sciocchezza, vero?

No.
È qualcosa che ci fa sorridere, certo; Clay sa essere anche teneramente goffo, e questo fa parte del suo personaggio. Ma quel dettaglio è significativo perché ci SERVE.

In un’alternanza serrata fra presente e flashback, quel cerotto ci dice quando stiamo guardando il presente.

Vi sembra poco?
Nient’affatto.

È un po’ come la trottola che ruota in “Inception“, solo che la trottola era anche un CORRELATIVO OGGETTIVO piuttosto importante.
Un dettaglio così piccolo fa da spartiacque a momenti salienti della storia. Ci ricolloca immediatamente temporalmente senza che nessuno debba dirci esplicitamente cosa, anzi “QUANDO“, stiamo guardando.

A mente fredda, il segreto non è riempire una storia con una moltitudine di dettagli inutili perchè sì. È cominciare a capire che la selezione dei dettagli passa anche dall’uso che bisogna farne. Perché possono essere degli espedienti potenti e interessanti necessari a fruire al meglio la storia.

Nelle piccole cose, a volte, si nascondono mondi interi. Pensateci.

#dettagli

#correlativoggettivo

#unprocionealgiorno…

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