NON RECENSIONI

Questa sezione è dedicata alle NON-RECENSIONI, di libri, serie TV e film.

Capisco che siate abituati a recensioni di vario genere ed entità presenti negli altri blog… ma io ne ho piene le scatole. Nella maggior parte di quelle che ho visto in giro non si riesce a comprendere cosa sia, e su cosa si fondi, un’analisi oggettiva. E che differenza ci sia fra CRITICA e GUSTO PERSONALE. Nei migliori dei casi c’è almeno la voglia di comprendere la tematica e il messaggio insito nel libro che si è letto, ma per il resto è solo un’accozzaglia di parole agglomerate a caso per riempire una pagina virtuale.

Io non sono così. Io credo che un libro, un film o altro siano un’opportunità per imparare qualcosa, ma non solo dal punto di vista puramente tecnico. E, visto che non sono un recensore, utilizzerò le mie Non-recensioni per analizzare sia aspetti tecnici che aspetti emotivi di un’opera. Senza sconti e senza peli sulla lingua.

La narrativa deve far pensare, e condurre il lettore allo stadio di comprensione, e consapevolezza, successivo. Non importa a quale genere appartenga; una storia deve far riflettere. Deve fare emozionare e deve avere un SENSO che trascenda le semplici parole usate, e il modo in cui sono state mischiate fra di loro. Un libro che si arrende al vuoto dei contenuti non è un LIBRO. Deve elevare la mente e liberarla, non piegarsi e mutilare la propria essenza per adeguarsi al livello di mediocrità di gregge che vogliono inculcarci.

«Uoh!Uoh! Uoh!… Che è sto pippone allucinante e sdolcinato?»

Mettiamola così:

Ogni mezzo di comunicazione ha il proprio potenziale, le proprie regole, e i propri punti deboli. Ma non bisogna dimenticarsi che l’obiettivo è comunicare. Se non viene rispettato questo, un libro o quel-che-è fallisce il suo intento.

Non è per decretare che esistano libri più meritevoli di altri… no, ok, non è vero.

È proprio per quello.

Ma non nel modo che pensate voi: i procioni non appiccicano etichette sui libri bollandoli di Serie A o Serie B a casaccio. Anzi, proprio non lo facciamo… gli adesivi li abbiamo messi tutti sulla fronte del cuoco mentre russava. E poi ci siamo fatti i selfie per ricattarlo di mettere più ripieno nei ravioli.

Comunque, un bel libro ha bisogno di incunearsi sotto la pelle e scavarsi un posto nella vostra coscienza. Non può solo assolvere una funzione di gratificazione sensoriale momentanea e non può solo incasellarsi ai requisiti minimi di tecnica se è priva di contenuti, perché acquisirebbe una connotazione feticistica che rasenta la pornografia. Una storia ben scritta libera la mente. Il rispetto che merita è più di una sveltina sensoriale temporanea. Se questo non è ciò che ritenete voi, ci sono altre navi sulle quali potete imbarcarvi. Nessuno ve ne farà una colpa.

Ma che razza di scrittore è uno che non rispetta il proprio lavoro e l’intelligenza del pubblico a cui è rivolto?

Mentre ci pensate, io vado a incasinare il diario di bordo del Capitano.

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