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NON SI SCRIVE PER FARSI DEGLI AMICI
C’è un concetto molto interessante, nel libro di Chuck Palahniuk Tieni presente che, che ruota intorno al fatto che “non si scrive per fare bella figura”, o “per farsi degli amici”.Non è l’unico scrittore che indugia su concetti simili; anche Joe Lansdale dice che bisognerebbe scrivere “come se tutti quelli che conosci fossero morti”, per dire. Il punto non è esattamente che la scrittura sia un “luogo” elitario e solitario in cui risiedere, ma è più qualcosa di attinente con il CORAGGIO. La lettura è un processo che avviene dentro le persone. Nella loro testa. È un filamento che si insinua nella loro memoria, che tesse scene inanellando ricordi ed…
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I DIALOGHI TRASVERSALI SVELANO I PERSONAGGI
A volte, scrivendo i dialoghi, si tende a dimenticare un fattore importantissimo: se usi le parole giuste, scritte in maniera giusta, faranno il grosso del lavoro in termini di caratterizzazione dei personaggi. Mi spiego meglio. Molto spesso, mi capita di vedere un abuso di DIALOGUE TAG (o di sintagmi di legamento, se vogliamo dirlo all’italiana).Un sacco di “mentì”, “provocò”, “continuò”, “stuzzicò”, “s’intromise”… tutte cose che all’80% non servono, se i dialoghi sono gestiti in maniera brillante. Perché ci si dimentica sempre che, oltre alla strutturazione di una scena consona ad accogliere un certo scambio di battute, le parole dette hanno una potenza invidiabile; e che sono veicolo di significati stratificati…
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CHI VINCE PERDE: IMPARZIALE COME UNA FALCE
In tutta onestà, sarei molto sorpresa se questo libro non avesse successo. «Quindi siamo davanti a un capolavoro, scritto in maniera impeccabile?»Ehm… no. «Allora mi stai dicendo che è una di quelle manovre vomitevoli di marketing per cui un prodotto spazzatura viene spacciato per una perla rara?»Ehm… nemmeno. Sto dicendo che Falce di Neal Shusterman, nonostante abbia delle criticità (che comunque potrebbero anche essere giustificate nel proseguimento della storia – mi riservo il diritto di rimanere in bilico al riguardo finché non avrò modo di verificare), credo che potrebbe ridisegnare un nuovo immaginario collettivo, rimodellando il concetto di morte e immortalità – che orbita intorno a quello di morale…
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LA FORMA DELLA SOSTANZA
«Meglio la forma o la sostanza?» «Se la mia storia è avvincente ma ci sono degli errori ortografici è penalizzata agli occhi di un editore?» «E cosa dice di me come autore?» «Cioè, davvero mi state dicendo che sono un cialtrone che non sa scrivere se quello che scrivo è stupefacente ma mi lascio dietro degli errori?» Queste sono solo alcune delle domande che girano nell’ambiente editoriale piccolo. Dico nel piccolo, perché alcune domande non se le pongono più coloro che hanno acquisito una certa consapevolezza del mestiere. Cioè coloro che si approcciano alla scrittura in modo profondo e strutturato. Professionale. Credo che la diatriba “è meglio la sostanza o…
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CHE COS’È UNA STORIA?
È una domanda semplice, vero? Ma siete proprio sicuri che lo sia? Tutti tendenzialmente sappiamo cosa sia una storia, ma non è così semplice trovare una definizione che calzi adeguatamente. «Io lo so! La storia è un insieme di avvenimenti che si susseguono, da un inizio a una fine!» No. Non proprio. Una storia è molto più di questo. La storia è un organismo vivo, composto da una serie di organi che pulsano e si compenetrano, ma soprattutto è il racconto di un’esperienza di vita significativa. «In che senso?» Nel senso che non tutte le esperienze di vita hanno lo stesso valore. Alcune sono semplici “cose” che accadono e stop.…
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ACCIAIO DI VALYRIA E VETRO DI DRAGO
(fra correlativo oggettivo e conflitto) Tutti a parlare dell’ultima stagione de “Il trono di spade”, della Battaglia della Lunga Notte, dei suoi pregi e dei suoi difetti, di Arya, Daenerys, Gionsnò e blablabla… Noi, invece, vogliamo parlare di qualcosa che ci serva, e che sia strettamente correlato alla scrittura. … ed è per questo che anche noi parleremo proprio di quella battaglia. Già. Più o meno. Ma in maniera diversa. E senza (quasi) spoiler. Non dell’ultima serie TV, almeno. (Ma do per scontato che tutto il resto l’abbiate letto e visto perché ne ho bisogno per farvi capire di cosa sto parlando. Vi segnalerò il punto di non ritorno dell’articolo,…
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UNISCE, SEPARA, INTERROMPE: IL TRATTINO
Il TRATTINO è un po’ come quell’aggeggio che tutti guardano curiosi e perplessi dentro la cassetta degli attrezzi, perché il suo utilizzo appare sempre un po’ vago e ostico. Tutti sanno che ha uno scopo preciso, ma non ci si preoccupa mai di capire fino in fondo quale sia. Intanto: I trattini non sono tutti uguali, anche se hanno pari diritti. Lo so, lo so. A nessuno importa del sindacato dei trattini. Ma ogni tanto è bene parlarne, giusto per non farli cadere nel dimenticatoio. E anche perché, a volte, l’attrezzo inaspettato è quello che ti svolta la riparazione in maniera sorprendente. Esistono tre tipi di trattini: trattino corto; trattino…
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INCREDIBILE, INIMMAGINABILE, INDESCRIVIBILE, INSPIEGABILE
Una storia deve SEMPRE darci tutte le risposte per essere una buona storia? Domanda interessante. Ma questo è un tema un po’ delicato che mette in campo un piccolo paradosso di cui fa sempre bene parlare. Abbiamo visto che il narratore può essere ATTENDIBILE, e INAFFIDABILE in modo variabile, per disparati motivi. Abbiamo anche visto che un narratore inaffidabile può tacerci una parte delle informazioni perché non le ha, le ignora, o perché deliberatamente vuole tenercene all’oscuro. Poi, che una CONFUSIONE MIRATA serve per abbattere i muri di ciò che riteniamo vero per sostituirlo con un’altra verità differente. E anche che la MISTIFICAZIONE fine a sé stessa per motivi “futili”…
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L’IMPORTANZA DI UN DETTAGLIO SIGNIFICATIVO
Un dettaglio può fare la differenza in una storia? Quando? Ma soprattutto QUALI sono i dettagli che la fanno davvero? In fin dei conti, il DETTAGLIO è una minuzia, una goccia in un mare di altre gocce scritte. Perché qualcuno di essi dovrebbe avere più importanza? «Ovviamente perché ci si nasconde il diavolo in mezzo…» No, dai. Seriamente. Perché anche i DETTAGLI, come le grandi cose, PARLANO. Quelli utili, ovviamente. (Su quali siano i dettagli utili lo potete vedere in un articolo dedicato, proprio qui.) Però, mi sono capitati sotto gli occhi due utilizzi che valeva la pena di far emergere, e quindi mi sembrava giusto darvi questi spunti. Uno:…
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DEMOLIRE UNA VERITÀ PER SOSTITUIRLA CON UN’ALTRA
Non c’è niente di più brutto di capire che siamo stati presi in giro. Raggirati. Gabbati come coglionazzi. Soprattutto se è stato fatto senza alcun motivo. Ecco, sì. Soprattutto quello. La MISTIFICAZIONE fine a sé stessa “perché sì”, in una storia, è una scelta che può veicolare una fortissima indignazione da parte di chi l’ha fruita. Scegliere cosa tacere e cosa dire deve essere il frutto di un ragionamento consapevole. SEMPRE. “Si ha un effetto molto diverso quando la confusione non è usata dal narratore semplicemente per mistificare su fatti minori della storia, ma per demolire le convinzioni del lettore sulla verità stessa, cosicché egli sia preparato a riceverla quando…
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LA DESCRIZIONE: DOVE INIZIA? E DOVE FINISCE?
Come si costruisce una DESCRIZIONE funzionante? Perché alcune non riusciamo proprio a digerirle? E poi, servono davvero? Cominciamo al rovescio: sì, le descrizioni sono uno dei pilastri che tengono in piedi una storia. Quindi sono necessarie a costruire colore e atmosfera di ciò che stiamo fruendo. Contribuiscono a stimolare i nostri sensi e a generare un’idea individuale dei personaggi e degli scorci in cui è ambientata la storia. Però, c’è un però. Esistono due tipi di descrizioni: le descrizioni STATICHE; le descrizioni DINAMICHE. La DESCRIZIONE STATICA è quella in cui viene descritto e menzionato ogni singolo particolare presente nel nostro campo visivo, come se stessimo guardando in maniera fissa uno…
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NARRATORE ATTENDIBILE O NARRATORE INAFFIDABILE?
Perché sceglierli? E quale dei due ha un impatto maggiore? Risponderò con la madre di tutte le risposte: DIPENDE. Allora, intanto cosa sono? Mettiamola così: conoscete qualcuno in cui avete abbastanza fiducia da credere a ciò che vi racconta per quanto assurdo possa sembrarvi? Se sì, avete un’idea del NARRATORE ATTENDIBILE (o AFFIDABILE). Viceversa, se conoscete qualcuno a cui fate sempre la tara di ciò che sostiene, avete un chiaro esempio di NARRATORE INAFFIDABILE. (Nel mio caso è mia madre… già.) I due tipi di narratore possono essere sia onniscienti che immersi. Un narratore ONNISCIENTE ATTENDIBILE, in genere, fa da spalla al lettore e lo aiuta a farsi un’idea chiara…
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LA SCELTA DEL NARRATORE NON È UNA SCELTA STILISTICA
Perché siamo tanto legati all’idea che un NARRATORE ONNISCIENTE sia la scelta giusta per il nostro libro? E perché invece, spesso (troppo), rovina una storia, sbattendoci fuori? Ognuno di noi è legato alla “voce” di un narratore che ha amato alla follia. Che lo ha accompagnato all’interno della storia e che gli ha dato gli strumenti per apprezzarla. Ma perché alcuni funzionano così bene, e altri no, col pericolo costante di diventare addirittura fastidiosi? Perché, la scelta del narratore, non è una scelta stilistica. I narratori onniscienti del passato non funzionavano bene perché l’autore si pavoneggiava attraverso la storia, lo facevano per ben altro motivo. La loro funzione non era…
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QUALI DIFETTI?!?
Gestire adeguatamente la distanza fra lettore e personaggio opera un controllo anche sul giudizio che si matura su di esso. Eh? Ok, proviamo a renderlo più semplice. Sappiamo che per creare EMPATIA dobbiamo mettere in connessione il lettore con il personaggio, in modo che prenda sul personale quello che succede al personaggio e che “faccia il tifo” per lui (o no) a seconda del ruolo che ricopre nella storia. È più facile quando abbiamo un personaggio “moralmente” buono. Perché, con tutta probabilità, tenderà a fare scelte “giuste” che lo metteranno in buona luce agli occhi del lettore. Olè, problema risolto. D’ora in avanti tutti a scrivere di paladini. Giusto? E…
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LO SCRITTORE STA DIETRO LA STORIA, NON DAVANTI
“Uno dei difetti più diffusi tra gli scrittori principianti è quello di attirare l’attenzione del lettore su se stessi e sulle proprie abilità piuttosto che sulla storia e il suo significato. La buona scrittura dovrebbe essere sempre al servizio della storia, e il bravo scrittore dovrebbe usare il suo BAGAGLIO TECNICO attingendovi di volta in volta in modo funzionale alla narrazione” (William Strunk jr ~ Elementi di stile nella scrittura) Perché? Che vuol dire? «Lo scrittore sono IO, decido IO dove stare… Sono IO che ho scritto! IO, IO, IO…» Ok, tappategli la bocca. Perché? Perché il NARRATORE INVADENTE è come se stesse fra il lettore e i personaggi a…