CONGEGNERIA,  UNICORVO

CELLULARES CELLULAREM

La logistica e l’organizzazione sono certamente tra i fattori principali del successo dell’Impero Romano. Sia nel realizzare la conquista di nuovi territori che nella loro successiva gestione.

Efficienza è la parola chiave, anche nelle comunicazioni.

Già sotto Augusto (che regnò dal 27 a.C. al 14 d.C.) esisteva il cursus publicus: cioé un servizio di “posta” tramite il quale agenti imperiali percorrevano circa 50 miglia al giorno portando i messaggi alla massima velocità possibile per l’epoca.

Gli agenti si avvalevano di cavalli sempre freschi. Li cambiavano nelle mutationes e trascorrevano le notti nelle mansiones: edifici disposti a intervalli di 12 miglia lungo le strade, proprio per questo scopo.

Pochi sanno che sotto il successore di Augusto, Tiberio (14 – 37 d.C.), gli ingegnosi Romani misero a punto un sistema ancor più rapido, antenato dei nostri avanzati sistemi di telecomunicazione. E che era applicato all’idraulica.

Tiberio, nel 26 d.C., trasferì il suo palazzo a Villa Jovis, sull’isola di Capri.
Essere lontani da Roma poteva rappresentare un problema non da poco, ma il ritrovamento di un particolare manufatto ha fornito una suggestione molto interessante.

Nella villa è stata ritrovata una grossa botte, al cui interno erano ancora visibili iscrizioni (non più leggibili), e diverse tacche di livello.

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il sistema funzionasse in questo modo:

  •  Si piazzavano due botti identiche (recanti le stesse indicazioni) in due punti a portata di vista.
  • Se il punto 1 (supponiamo Capri) voleva mandare un messaggio al punto 2 provvedeva ad accendere un fuoco producendo molto fumo, e contemporaneamente apriva il rubinetto della botte.
  • Il punto 2 appena avvistava il fuoco, accendeva il suo fuoco e apriva il suo rubinetto e così via.
  • Quando il livello del liquido era arrivato al messaggio giusto il punto 1 chiudeva il rubinetto e spegneva il suo fuoco.

Tale operazione veniva ripetuta a cascata dai punti successivi.

In questo modo un messaggio poteva raggiungere Roma in un tempo brevissimo (per l’epoca).

Ovviamente si trattava di messaggi brevi e di uso comune, un po’ come gli sms preconfezionati dei nostri telefoni cellulari.

Insomma, gli antichi romani avevano inventato qualcosa di simile al Telex già pochi anni dopo la nascita di Cristo.

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3 Commenti

    • redazionecoffa

      Sperando che le sentinelle fossero lì a vedere che il fuoco si accendesse e fossero abbastanza veloci da accenderlo a loro volta per carpire il messaggio. Eheheheehh.

  • Unicorvo

    Per la verità, trattandosi di una deduzione che non ha riscontri scritti (almeno a mia notizia), non lo sappiamo per certo.
    Va detto però che i romani lasciavano poco al caso in generale.

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