CONGEGNERIA,  UNICORVO

BRAD “PIT”

L’unicorvo svolazza e si intriga, osserva e riflette.

Ho visto che ci sono persone che si impegnano a costruire trappole. Da quel che sono riuscito a comprendere la definizione di trappola include una moltitudine di congegni; tutti hanno in comune una caratteristica e uno scopo: essere invisibili finchè non scattano e danneggiare, incapacitare o imprigionare chi vi incappa.

La trappola più intuitiva è la cosiddetta BOTOLA.

La sua versione militare più semplice è chiamata “bocca di lupo”.Niente di sofisticato: una buca conica di due metri di diametro opportunamente camuffata. Per la gioia di chi vi cade, un palo acuminato viene piazzato nel centro del buco scavato (ahia).

Le prime testimonianze ci sono già nel De bello Gallico.

Il concetto, già un po’ evoluto rispetto alla semplice botola (fossa nascosta), è stato elaborato in forme sempre più letali. Vediamo qualche passaggio:

  • Aggiungere cibo imputridito o feci nella fossa ne aumenta il danno potenziale: la ferita procurata dal palo può facilmente infettarsi causando la morte.

 

  • Il congegno può essere reso ancor più letale (almeno in tempi rapidi) attuando un’accorgimento evolutivo: costruirla a due “stadi”. Sul primo gradino si appoggiano due tavole chiodate, pronte a serrarsi sulla gamba del fortunato che incappa nella trappola sotto l’effetto della geometria dello scavo, e del peso del piede.
    Una variante di questo meccanismo è la trappola Vietcong a rulli rotanti, il peso e l’ingombro di chi cade nella trappola fa ruotare rulli dotati di punte metalliche che si conficcano nelle gambe (ahia).

  • Un altro modo di sfruttare le botole è combinarle con una leva. Avete presente quando pestate un rastrello e vi arriva il manico di legno sul muso? Ecco, applicate questo concetto alla botola e vedrete come possa essere una tavola con punte metalliche ad accarezzarvi il viso. Nella foto vedete un militare che spiega la trappola ai suoi compagni.

 

  • Vogliamo esagerare? Certo che vogliamo! Che succede se nella buca ci mettiamo una carica esplosiva? Ecco le cosiddette trappole a cartuccia. I proiettili (di grosso calibro) vengono messi in verticale, leggermente sollevati sopra una punta d’acciaio. Il peso di chi cade nella trappola è sufficiente a schiacciarla fino alla perforazione, causandone l’esplosione.

Come vedete anche il congegno più semplice ha avuto il suo sviluppo verso forme sempre più letali.

E voi? Temete più quelle fisiche o altri tipi di trappole?

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Unicorvo

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