UN PROCIONE AL GIORNO
- DESCRIZIONI, EMPATIA, IMPARIAMO INSIEME ~ TECNICHE NARRATIVE, MISTERO, CONFUSIONE E MISTIFICAZIONE, MOSTRARE, NARRATORE E NARRAZIONE, PERSONAGGI, PUNTO DI VISTA, UN PROCIONE AL GIORNO
DA COSA NASCE L’ESIGENZA DI MOSTRARE?
Perché si parla tanto del DOVER mostrare? Ci avete mai pensato? Senza liquidare il tutto con “sono pippe mentali da rompicoglioni indottrinati che non saprebbero riconoscere l’arte nemmeno se gli calpestasse il cervello”, intendo. Che benefici può apportare a una storia scritta? (Sì, oggi ci limitiamo a circoscrivere alla scrittura, perché per altri mezzi è implicito mostrare. O almeno dovrebbe esserlo…) Nel senso, se posso scrivere apertamente “qualcosa” con poche parole semplici e chiare, perché dovrei prendermi la briga di mostrarla, con un aumento esponenziale di sbattimento e fatica? Eh. Perché MOSTRARE non è un DOVERE ma una STRATEGIA. Una tra le più efficaci per conseguire almeno tre obiettivi, tutti…
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MARIA IN VATICANO
Cos’è l’IRONIA DRAMMATICA? Qui, la nominiamo spesso parlando di narrativa. Vi do un indizio: Non è “ridere di cose tristi”. Si chiama IRONIA DRAMMATICA la condizione per la quale il lettore ha più informazioni di quelle che hanno i personaggi all’interno della storia. In genere, una buona storia – una di quelle che vale davvero – regge al test dell’ironia drammatica, cioè: se la fruisci una seconda volta e l’apprezzi comunque, per motivi differenti dalla prima, allora la storia è buona. Molto. Ma qui ci torneremo sopra quando parleremo di IRONIA DRAMMATICA contro MISTERO (no, non il programma televisivo…). L’ironia drammatica può essere implicita nel fruitore – e derivare dalle…
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ACCIAIO DI VALYRIA E VETRO DI DRAGO
(fra correlativo oggettivo e conflitto) Tutti a parlare dell’ultima stagione de “Il trono di spade”, della Battaglia della Lunga Notte, dei suoi pregi e dei suoi difetti, di Arya, Daenerys, Gionsnò e blablabla… Noi, invece, vogliamo parlare di qualcosa che ci serva, e che sia strettamente correlato alla scrittura. … ed è per questo che anche noi parleremo proprio di quella battaglia. Già. Più o meno. Ma in maniera diversa. E senza (quasi) spoiler. Non dell’ultima serie TV, almeno. (Ma do per scontato che tutto il resto l’abbiate letto e visto perché ne ho bisogno per farvi capire di cosa sto parlando. Vi segnalerò il punto di non ritorno dell’articolo,…
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UNISCE, SEPARA, INTERROMPE: IL TRATTINO
Il TRATTINO è un po’ come quell’aggeggio che tutti guardano curiosi e perplessi dentro la cassetta degli attrezzi, perché il suo utilizzo appare sempre un po’ vago e ostico. Tutti sanno che ha uno scopo preciso, ma non ci si preoccupa mai di capire fino in fondo quale sia. Intanto: I trattini non sono tutti uguali, anche se hanno pari diritti. Lo so, lo so. A nessuno importa del sindacato dei trattini. Ma ogni tanto è bene parlarne, giusto per non farli cadere nel dimenticatoio. E anche perché, a volte, l’attrezzo inaspettato è quello che ti svolta la riparazione in maniera sorprendente. Esistono tre tipi di trattini: trattino corto; trattino…
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INCREDIBILE, INIMMAGINABILE, INDESCRIVIBILE, INSPIEGABILE
Una storia deve SEMPRE darci tutte le risposte per essere una buona storia? Domanda interessante. Ma questo è un tema un po’ delicato che mette in campo un piccolo paradosso di cui fa sempre bene parlare. Abbiamo visto che il narratore può essere ATTENDIBILE, e INAFFIDABILE in modo variabile, per disparati motivi. Abbiamo anche visto che un narratore inaffidabile può tacerci una parte delle informazioni perché non le ha, le ignora, o perché deliberatamente vuole tenercene all’oscuro. Poi, che una CONFUSIONE MIRATA serve per abbattere i muri di ciò che riteniamo vero per sostituirlo con un’altra verità differente. E anche che la MISTIFICAZIONE fine a sé stessa per motivi “futili”…
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L’IMPORTANZA DI UN DETTAGLIO SIGNIFICATIVO
Un dettaglio può fare la differenza in una storia? Quando? Ma soprattutto QUALI sono i dettagli che la fanno davvero? In fin dei conti, il DETTAGLIO è una minuzia, una goccia in un mare di altre gocce scritte. Perché qualcuno di essi dovrebbe avere più importanza? «Ovviamente perché ci si nasconde il diavolo in mezzo…» No, dai. Seriamente. Perché anche i DETTAGLI, come le grandi cose, PARLANO. Quelli utili, ovviamente. (Su quali siano i dettagli utili lo potete vedere in un articolo dedicato, proprio qui.) Però, mi sono capitati sotto gli occhi due utilizzi che valeva la pena di far emergere, e quindi mi sembrava giusto darvi questi spunti. Uno:…
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DEMOLIRE UNA VERITÀ PER SOSTITUIRLA CON UN’ALTRA
Non c’è niente di più brutto di capire che siamo stati presi in giro. Raggirati. Gabbati come coglionazzi. Soprattutto se è stato fatto senza alcun motivo. Ecco, sì. Soprattutto quello. La MISTIFICAZIONE fine a sé stessa “perché sì”, in una storia, è una scelta che può veicolare una fortissima indignazione da parte di chi l’ha fruita. Scegliere cosa tacere e cosa dire deve essere il frutto di un ragionamento consapevole. SEMPRE. “Si ha un effetto molto diverso quando la confusione non è usata dal narratore semplicemente per mistificare su fatti minori della storia, ma per demolire le convinzioni del lettore sulla verità stessa, cosicché egli sia preparato a riceverla quando…
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NARRATORE ATTENDIBILE O NARRATORE INAFFIDABILE?
Perché sceglierli? E quale dei due ha un impatto maggiore? Risponderò con la madre di tutte le risposte: DIPENDE. Allora, intanto cosa sono? Mettiamola così: conoscete qualcuno in cui avete abbastanza fiducia da credere a ciò che vi racconta per quanto assurdo possa sembrarvi? Se sì, avete un’idea del NARRATORE ATTENDIBILE (o AFFIDABILE). Viceversa, se conoscete qualcuno a cui fate sempre la tara di ciò che sostiene, avete un chiaro esempio di NARRATORE INAFFIDABILE. (Nel mio caso è mia madre… già.) I due tipi di narratore possono essere sia onniscienti che immersi. Un narratore ONNISCIENTE ATTENDIBILE, in genere, fa da spalla al lettore e lo aiuta a farsi un’idea chiara…
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LA SCELTA DEL NARRATORE NON È UNA SCELTA STILISTICA
Perché siamo tanto legati all’idea che un NARRATORE ONNISCIENTE sia la scelta giusta per il nostro libro? E perché invece, spesso (troppo), rovina una storia, sbattendoci fuori? Ognuno di noi è legato alla “voce” di un narratore che ha amato alla follia. Che lo ha accompagnato all’interno della storia e che gli ha dato gli strumenti per apprezzarla. Ma perché alcuni funzionano così bene, e altri no, col pericolo costante di diventare addirittura fastidiosi? Perché, la scelta del narratore, non è una scelta stilistica. I narratori onniscienti del passato non funzionavano bene perché l’autore si pavoneggiava attraverso la storia, lo facevano per ben altro motivo. La loro funzione non era…
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QUALI DIFETTI?!?
Gestire adeguatamente la distanza fra lettore e personaggio opera un controllo anche sul giudizio che si matura su di esso. Eh? Ok, proviamo a renderlo più semplice. Sappiamo che per creare EMPATIA dobbiamo mettere in connessione il lettore con il personaggio, in modo che prenda sul personale quello che succede al personaggio e che “faccia il tifo” per lui (o no) a seconda del ruolo che ricopre nella storia. È più facile quando abbiamo un personaggio “moralmente” buono. Perché, con tutta probabilità, tenderà a fare scelte “giuste” che lo metteranno in buona luce agli occhi del lettore. Olè, problema risolto. D’ora in avanti tutti a scrivere di paladini. Giusto? E…
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LO SCRITTORE STA DIETRO LA STORIA, NON DAVANTI
“Uno dei difetti più diffusi tra gli scrittori principianti è quello di attirare l’attenzione del lettore su se stessi e sulle proprie abilità piuttosto che sulla storia e il suo significato. La buona scrittura dovrebbe essere sempre al servizio della storia, e il bravo scrittore dovrebbe usare il suo BAGAGLIO TECNICO attingendovi di volta in volta in modo funzionale alla narrazione” (William Strunk jr ~ Elementi di stile nella scrittura) Perché? Che vuol dire? «Lo scrittore sono IO, decido IO dove stare… Sono IO che ho scritto! IO, IO, IO…» Ok, tappategli la bocca. Perché? Perché il NARRATORE INVADENTE è come se stesse fra il lettore e i personaggi a…